La carie dentaria è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smalto, dentina) su base batterica, che origina dalla superficie e procede in profondità, fino alla polpa dentale. A causarla sono i comuni microrganismi presenti nel cavo orale, principalmente quelli adesi al dente nella forma di placca batterica, che se non mantenuti sotto controllo attraverso le comuni pratiche di igiene orale, o nel caso di abbassamento delle difese immunitarie, riescono a dissolvere la matrice minerale e organica che costituisce il dente, creando lesioni cavitate. Il sintomo principale è il dolore, che compare però spesso solo quando il processo è sceso molto in profondità, interessando l’organo pulpare (pulpite). Il trattamento prevede l’asportazione del tessuto infetto e la sua sostituzione con materiale adatto (odontoiatria conservativa), e, nel caso di coinvolgimento pulpare avanzato, l’asportazione del tessuto pulpare e la sua sostituzione (endodonzia).
Per la prevenzione della carie, è importante una corretta igiene orale domiciliare quotidiana effettuata mediante l’ausilio di spazzolino da denti, dentifricio e filo interdentale. Un utile supporto può essere costituito da un’igiene orale professionale presso l’odontoiatra, che può avvalersi della collaborazione di un igienista dentale.
Fluoro
Il fluoro gode della capacità di remineralizzare lo smalto dentale, bloccare le vie metaboliche dei batteri responsabili della carie (enolasi batterica) e ridurre l’adesività batterica sulle superfici dentarie. Lo S. mutans produce acido lipoteicoico, che aderisce alla pellicola acquisita per mezzo di uno ione calcio Ca++. Il fluoro, sostituendo lo ione Ca++, inibisce quindi l’adesione bacterico.Bisogna comunque prestare particolare attenzione all’utilizzo di questo elemento, dal momento che esso si trova in numerosi prodotti per l’igiene orale, gomme da masticare, anestetici, psicofarmaci e altro, oltre che ovviamente in natura; se assunto senza attenzione nei primi anni di vita (entro la pubertà), infatti, è possibile incorrere in una fluorosi, con il rischio di danni ai denti, alle ossa ed al sistema nervoso. La fluorosi perviene se durante l’istogenesi dei tessuti duri del dente (fino ai 12 anni), l’assunzione di fluoro supera i 2 mg. Per l’assunzione di questo elemento è consigliabile consultare sempre prima un odontoiatra o un medico.
Sigillatura
AlimentazioneUtile pratica di prevenzione primaria si è dimostrata la sigillatura dei denti. Viene realizzata attraverso il riempimento preventivo di solchi e fossette poste sulle superfici occlusali dei denti con un materiale apposito, solitamente non molto tempo dopo la loro eruzione, al fine di impedirvi la colonizzazione batterica ed il conseguente sviluppo della patologia cariosa.
Alcuni alimenti hanno una provata attività contro alcuni batteri del cavo orale e in particolare contro lo Streptococcus mutans: xilitolo, proantociani
Un gruppo di ricercatori avrebbe individuato nel vino rosso delle sostanze in grado di neutralizzare l’attacco dello Streptococcus mutans allo smalto dei denti. Molto probabilmente si tratta di un gruppo di composti conosciuti come proantocianidine. L’utilità pratica di questa scoperta sembra però essere dubbia.
Terapia delle gengive
La gengivite consiste in un’infiammazione a carico delle gengive: si tratta di un disagio gengivale di semplice risoluzione, che tuttavia non dev’essere sottostimato, dato che una gengivite trascurata può essere l’inizio di vere e proprie patologie, come la piorrea (o parodontite). Fondamentale è la prevenzione, dunque un’accurata igiene orale quotidiana associata a frequenti controlli dal dentista.
Cause
Le cause della gengivite risiedono essenzialmente nell’accumulo di placca sulla superficie dei denti e delle gengive: la placca è un film appiccicoso ed opalescente, terreno ideale di proliferazione per i batteri. Il rischio di contrarre gengivite aumenta in caso di gravidanza, diabete, tabagismo, abuso di alcolici, assunzione smodata di corticosteroidi ed antidepressivi, igiene dentale trascurata e predisposizione genetica.
Anche un deficit di vitamine può favorire l’infiammazione orale, creando gengivite
Sintomi
Negli stadi iniziali, la gengivite esordisce con una blanda irritazione ed infiammazione a carico delle gengive, tendenti al sanguinamento durante la pulizia. Il paziente affetto da gengivite, lamenta spesso alitosi, che diviene più marcata proporzionalmente alla gravità della malattia. Una gengivite trascurata degenera in piorrea, quindi aumenta esponenzialmente il rischio di caduta dei denti.
Le informazioni sui Gengivite – Farmaci per la Cura della Gengivite non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Gengivite – Farmaci per la Cura della Gengivite.
Farmaci
Allo stadio iniziale, la gengivite è facilmente reversibile; tuttavia, quando sottovalutata, l’infiammazione alle gengive si estende, creando un danno sempre maggiore. Data la facilità di risoluzione della gengivite al suo esordio, e la difficoltà di guarigione quando trascurata, è doveroso sottolineare nuovamente l’importanza dell’igiene orale quotidiana, che dev’essere ripetuta almeno tre volte durante la giornata, e del controllo periodico dal dentista.
Il trattamento d’igiene dentale a casa prevede di:
- spazzolare i denti almeno tre volte al giorno, con dentifricio specifico
- utilizzare il filo interdentale, almeno una volta al giorno
- utilizzare un collutorio ad azione antisettica
L’igiene dentale professionale consiste nella:
- pulizia dentale volta alla rimozione della placca e del tartaro
- ripetizione della pulizia due volte all’anno
Il trattamento farmacologico per la cura della gengivite prevede di assumere formulazioni farmacologiche a base di battericidi e sostanze antinfiammatorie, come steroidi (applicazione topica) ed antisettici (sostanze ad azione disinfettante).
Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la gengivite, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:
Idrocortisone
(es. Cortison CHEM, Idroco A ECB): questo farmaco appartiene alla classe dei corticosteroidi: in caso di gengivite, va applicato localmente, sotto forma di crema o pasta dentale. Il prodotto è utile per ridurre l’infiammazione. Si raccomanda di applicarlo direttamente sulla gengiva infiammata, due o tre volte al giorno, dopo i pasti e prima di andare a dormire. In generale, si consiglia di applicare anche un’ulteriore dose abbondante di farmaco senza farlo assorbire, in modo da creare una sorta di pellicola protettiva sulla superficie del dente. In caso di mancato miglioramento dopo 7 giorni di terapia, si raccomanda di cambiare farmaco. L’idrocortisone è spesso reperibile in associazione ad antibiotici, come neomicina e polimixina B (es. Mixotone).
Clorexidina
(es. Disinfene crema, Golasan collutorio): risciacquare i denti con 15 ml di prodotto, due volte al giorno, dopo averli spazzolati accuratamente con il dentifricio. Si raccomanda di trattenere il collutorio a base di clorexidina in bocca per almeno 30 secondi, prima di espellerlo. Il farmaco viene utilizzato in terapia per la gengivite per merito delle sue proprietà disinfettanti ed antinfiammatorie. Non deglutire il collutorio.